Certo, se ti avventuri in libri così "filosofici" non ne esci più...
In questa settimana ho oscillato tra le riflessioni sulla morte di Harry Potter e l'ordine della fenice (finito, bellissimo), l'analisi e l'osservazione dei processi sociali, culturali ed economici che caratterizzano la "gestione del bene comune" nel saggio di Laura Pennacchi e i mille e più input che mi sta dando L'ordine simbolico della madre.
mercoledì 18 febbraio 2015
Matematica congolese
Etichette:
66thand2nd,
Barcellona Pozzo di Gotto,
bene comune,
educazione,
filosofia,
formazione,
Harry Potter,
linguaggio,
madre,
matematica,
morte,
Muraro,
poesia
mercoledì 11 febbraio 2015
Un'ora sola ti vorrei
Questa settimana “solo” due letture (a parte Harry Potter e
l’ordine della Fenice, chiaramente…).
Avendo intrapreso un percorso di lettura “impegnativa” con
Filosofia dei beni comuni di Laura Pennacchi (Donzelli) mi sono sentita pronta per colmare
una grande lacuna (almeno per me) con L’ordine simbolico della madre di Luisa
Muraro.
mercoledì 4 febbraio 2015
Il cielo è sempre il primo ad essere diviso
A gennaio 2015 ancora c’è chi, senza vergogna e senza paura,
racconta la favoletta de “la mafia di una volta…” Mi sono trovata l’altro
giorno in una sala d’attesa di una parrucchieria e ho sentito con molto stupore
un giovane parrucchiere, forse più giovane di me, che cercava di convincere una
signora non della qualità del colore per la tinta, ma della
bontà della proposta di Totò Riina: "scarceratemi e vi risolvo il problema dell’Isis".
Ora, non voglio aprire la discussione su carcere e dintorni, ma mi sembra
abnorme che si possa ancora credere alla retorica di una mafia buona, onorevole
e rispettosa, e che pregava sempre…
Al che, come antidoto a queste bestialità mi son letta
subito subito Strage di Natale del collettivo AAS di cui già avevo scritto
qualche settimana fa.
E ve lo consiglio moltissimo: un racconto efficace e sincero
sulla nostra ipocrisia e sul menefreghismo assai diffuso. In ambito di mafia,
certo, ma applicabile anche in altre occasioni.
Non ve lo perdete.
Etichette:
AAS press,
amore,
beni comuni,
Berlino,
Christa Wolf,
diadainconsupertrafra,
Harry Potter,
Isis,
Lantana,
lasettimana,
mafia,
Modiano,
Nobel
martedì 3 febbraio 2015
Perché esplodere significa esistere
Nel silenzio più irreale come solo il silenzio vero può
apparire, in un non_spazio e non_tempo, d’un non_tratto accadde qualcosa per
cui, miliardi di anni dopo, io adesso scrivo, qui seduto di fronte a un
computer la cui materia era già in quel non_momento lì, quello che chiamano big
bang, il grande scoppio [che non è un famoso fruitore di droghe che con esse si
è fuso il cervello].
Da quello scoppio cominciò la materia, lo spazio, cominciò a
scorrere il tempo, la luce, lo spaurimento delle stelle, delle galassie, le
grosse pietre come pianeti.
Ogni cosa ebbe fragorosamente [forse senza il minimo suono]
inizio con e da un’esplosione come non se ne erano mai viste prima
[letteralmente] e quasi certo come non se ne vedranno più dopo.
Per esistere bisogna esplodere, venir fuori d’un fiato o di
un botto e così, come pitoni mitologici, ci siamo fermati, ci siamo induriti la
pelle e, poi, bang!
becco sotto guscio
becco sotto guscio
bollicine contro tappo
lacrima da dotto
vapore intermittente per coperchio
fuoco d'artificio
vagito da urlo
Qui si esplode, per non implodere.
F. Alessandro Motta
Iscriviti a:
Post (Atom)