Se si vuole riprendere il ritmo, si deve assecondare la
propria aritmia. E quindi, dopo il frastuono e la confusione emotiva mi
riprendo piccoli spazi miei ma con una tempistica tutta sballata, almeno per il
momento.
E cerco di recuperare con le letture lasciate in sospeso e
con letture nuove e molto stuzzicanti.
Le letture nuove: Il mio diritto al ritorno di Edward W.
Said, è un’intervista rilasciata dall'intellettuale palestinese al giornale israeliano Ha’aretz in cui si
affronta la tematica dolorosa della “impossibilità del ritorno” in terra
palestinese e che ho sentito l’urgenza di leggere in questi giorni visto il
risultato delle elezioni in Israele. Uno scambio di domanda-risposta
A.S.: Ci odia?E.S.: No. Strano, l’odio non è tra le emozioni che provo. La rabbia è molto più produttiva.
Il libretto è pubblicato da Nottetempo, nella collana “i
sassi”.
Poi, per sentirmi super chic: Macchine da scrivere di
Corrado Alvaro, Emilio Cecchi e Giorgio Manganelli. Un tris di esaltazione
delle macchine composto da scritti riediti dalla casa editrice Henry Beyle che
pubblica “ricorrendo ad una composizione monotype e stampa a piombo realizzata
con carta Zerkall”. Se vi piace la “metaeditoria” e le raffinatezze.
Continuo infine a seguire la storia di Célio Matemona, il
protagonista di Matematica congolese, che usa la scienza matematica come lente
per interpretare la politica, la realtà e per sfuggire alla miseria.
Elisa Calabrò
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settimana,
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