venerdì 22 aprile 2016

Cucunci | #5 I Codici orientali












Sunzi disse:
«Reggere una moltitudine è come reggere un gruppo sparuto: una questione di suddivisioni. Combattere una grande armata è come combattere un esercito esiguo: una questione di disposizioni. Fare in modo che le truppe dei tre eserciti possano sostenere con sicurezza l’urto nemico senza essere travolte è una questione di manovre regolari e irregolari. Dare all’esercito la forza d’impatto che ha una macina scagliata su delle uova è una questione di vuoti e pieni. In ogni conflitto, le manovre regolari portano allo scontro, e quelle imprevedibili alla vittoria.
Chi è abile nel sortire bizzarri stratagemmi è inesauribile come il Cielo, la Terra e i grandi fiumi. Giunto al termine riparte, come il sole e la luna; dopo morto rinasce, come le quattro stagioni.
Le note musicali non sono più di cinque, ma l’orecchio non può udire tutte le loro combinazioni. I colori primari non sono più di cinque, ma l’occhio non può vederne tutte le combinazioni. I sapori fondamentali non sono più di cinque, ma non si può gustarne tutte le combinazioni. I metodi d’attacco non vanno oltre l’irregolarità e la regolarità, ma le loro variazioni sono innumerevoli; essi si generano l’un l’altro come in un moto circolare che non ha inizio né fine. Chi potrà mai esaurirli?


Tratto da V. La forza (Shi)
Sun Tzu, L’arte della guerra, Newton Compton editori, 1994. Titolo originale Bingfa, traduzione a cura di Riccardo Fracasso.



Quando la mente è calma, non dev’essere inerte; quando è impetuosa, non dev’essere frettolosa. La mente non dev’essere intrappolata dal corpo, e il corpo non dev’essere intrappolato dalla mente. Se ci si preoccupa della mente, non ci si curerà del corpo. Il livello di presenza mentale richiesto non dev’essere insufficiente, né eccessivo. Un livello di presenza mentale elevato è segno di debolezza, e un livello basso è segno di violenza. Non permettete agli altri di scrutare la vostra mente.
Le persone mediocri dovrebbero conoscere lo spirito delle grandi imprese, mentre le persone importanti dovrebbero conoscere lo spirito delle piccole cose. A qualunque gruppo apparteniate, non indulgete alla debolezza o alla parzialità; questa disposizione mentale è essenziale.
Coltivate la saggezza e la gentilezza con una mentalità ampia, aperta e non prevaricante. Studiate, in particolare, in modo che la vostra mente si accosti alla saggezza e alla gentilezza. Raffinate la vostra saggezza e la vostra gentilezza. Sappiate discernere il giusto e lo sbagliato nelle questioni dello Stato, e il bene e il male in tutte le cose.
Percorrete tutto le vie delle arti e delle abilità individuali. Quando gli altri non riusciranno più a imbrogliarvi, è segno che avrete acquisito la saggezza e la gentilezza, qualità strategiche.
La saggezza e la gentilezza, tipiche della strategia, sono qualità speciali e particolarissime. Sul campo di battaglia, persino mentre siete impegnati in diecimila attività, dovreste vagliare a fondo i princìpi della via della strategia per poter acquisire l’imperturbabilità.


Tratto da Il Libro dell’Acqua
Miyamoto Musashi, Il libro dei cinque anelli, BUR Biblioteca Universale Rizzoli ‘Pillole’, 2008, prima edizione, 2002. Titolo originale Go rin no sho, traduzione a cura di Leonardo Vittorio Arena.



Quest’istante è identico al momento opportuno, e il momento opportuno è identico a quest’istante. Infatti, se pensate che si tratti di due momenti differenti, non riuscirete a cogliere il momento giusto. Se in questo istante foste convocati dal vostro signore e vi sentiste perplessi e confusi, ciò indicherebbe inequivocabilmente che non vi rendete ancora conto dell’identità dei due momenti.
Se, invece, uno si rende conto che quest’istante è identico al momento opportuno, anche se non diventasse consulente del suo signore, resterà sempre un (bravo) vassallo. Si abituerà a parlare schiettamente, e si sentirà a suo agio: che si trovi nella propria stanza, nel proprio letto o al cospetto del signore, del consiglio degli anziani o nel castello del governo, dinanzi allo stesso Shògun.


Tratto da 165

Yamamoto Tsunetomo, Hagakure. Il codice dei samurai, BUR Biblioteca Universale Rizzoli ‘Pillole’, 2006, prima edizione, 2003. Titolo originale Hagakure, traduzione a cura di Leonardo Vittorio Arena




Andrea Cafarella
Artwork: Gloria Di Bella

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