lunedì 1 novembre 2010

Rabbia

Un’intervista multipla, una vita raccontata da cinquantasei voci, le quali si intrecciano e sovrappongono come potrebbe avvenire quando tra amici si parla (e spesso si “sparla”) di qualcuno conosciuto da tutti. Cinquantasei voci che, se non fosse per il riepilogo finale, neanche ricorderesti al termine del romanzo, tanto si amalgamano bene nel tracciare una biografia al limite del mitologico. Un saggio sulla relatività, com’è inevitabile quando la medesima storia è narrata da persone diverse. Talmente diverse che, ad un certo punto, sembra quasi che non stiano davvero raccontando la stessa storia.

Rabbia racchiude tutti i caratteri dell’oralità e della biografia annullando le unità classiche di spazio e tempo. Come ogni biografia, anche questa è condita da numerosi aneddoti; aneddoti esaltati dalla dimensione del ricordo di un passato personale che quasi è nobilitato dal fatto di avervi partecipato Buster Casey, d’altronde” «un morto famoso non può girare per strada senza incontrare un milione di migliori amici che nella vita vera non ha mai conosciuto».

Arrivi a leggere più di metà romanzo pensando che gli intervistati siano degli esaltati mitomani, e poi inaspettatamente ogni evento trova il proprio spazio, uno spazio che però va al di là del tempo. Vitale per il romanzo è il concetto di tempo relativo, senza il quale non si potrebbe introdurre il tema della relatività dell’Io. è vitale ai fini della trama, è vitale ai fini del ritratto del protagonista che è presente sempre, nelle parole e nei ricordi, ma anche fisicamente presente a se stesso in più luoghi e in più tempi, come se fosse la massa responsabile della curvatura dello spaziotempo. E in questa realtà molteplicemente relativa coinvolti da un vortice di fatti - luoghi - tempi si è sostanzialmente liberi nello scegliere “se” e “a chi” credere. Nessuno mente, o tutti mentono. Ma in fondo «quando tutti cominciano a raccontare la stessa bugia, allora non è più una bugia. Non più


Mariafrancesca Scilipoti

tra le bugie

1 commento:

  1. mi hai fatto venire voglia di leggere queso libro...
    daniela

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